“Sentire la sofferenza della vita è l’inizio di un risveglio a una realtà più profonda.”

Ken Wilber

DECODIFICA PSICO BIOLOGICA

Visti gli strains considererei questo testo incompleto se omettessi un’importantissima sezione legata a tutti i disagi dell’essere umano oggi come oggi imprescindibile: la decodifica psicosomatica. Dopo la morte di Poyet avvenuta nel 1991, alcuni studenti della scuola che egli fondò divulgarono “alla loro maniera” quanto appreso in anni di lezioni, integrando al metodo originario altri approcci corporei a supporto della propria soggettiva filosofia di cura globale. Pur conoscendo personalmente differenti modi di esecuzione del metodo, ho avuto modo di verificare confrontandomi con alcuni ex studenti di Poyet che egli non considerò mai il simbolismo psico-energetico del corpo essendo quest’ultima una disciplina relativamente giovane. Fu uno studio compiuto dal suo ex allievo Jean Merchandise a codificarne gli aspetti psicologici. Il metodo di cura informazionale ispirato da Poyet rimane in ultima analisi aperto a metodologie terapeutiche altre, quali la kinesiologia la polarity therapy, la sofrologia secondo l’utilità pulsatile soggettiva percepita dall’operatore nella seduta.
Altri sviluppi del metodo con sempre maggiori connessioni verso l’unità psico- fisica-emozionale-spirituale si stanno sperimentando per opera dei tanti praticanti terapeuti animati da un autentico spirito di servizio e potranno probabilmente far invecchiare rapidamente quanto oggi voi state leggendo.

 

Proprio per il concetto di totalità dell’uomo, visto nella sua interezza – sia essa anche spirituale – e di riconnessione all’Uno di cui egli è parte, sarebbe assurdo eludere la psicosomatica per coerenza. Ecco perché nelle seguenti pagine m’inoltrerò in medias res creando, con un’accurata selezione, dei punti di contatto e di ri-orientamento fra le varie discipline a sostegno dell’uomo della sua salute e benessere, inserendo fra queste pagine le esperienze e il sapere derivato che nel tempo, io stesso, ho potuto verificare e testimoniare.

Infatti, partendo dalla mia personale convinzione che non esista un sintomo fisico che non abbia un contenuto psichico, ho incominciato a interessarmi da circa vent’anni a queste correlazioni. Una volta i testi erano molto scarsi: iniziai con Dethlefsen, Dalke, C. Beerlandt. Oggi i testi in merito alla decodifica del corpo sono diventati una moda, quasi un gioco serale da salotto, senza reale fondamento o correlazione scientifico- empirica, quindi è mia intenzione addentrarmi selettivamente indicando a chi legge la mia sintesi, nell’infinito mare degli autori e correlazioni possibili.  E’ mio desiderio testimoniare, attraverso la mia personale esperienza, la validità di quanto appreso e trattato, calandomi nella realtà delle persone.

Se la decodifica del contenuto inconscio del sintomo, a valle, può quindi essere considerata la pista giusta sulla quale aprire un percorso rielaborativo di consapevolezza, nel vissuto della persona, per riconnettersi con coscienza alla propria realtà co-creatrice del proprio stato di benessere e salute, allora dobbiamo – all’origine – ricordare che la realtà individuale di ciascuno resta comunque slegata da contenuti sui generis, essendo il risultato di esperienze e vissuti personali unici.

Le interpretazioni soggettive sono filtrate dall’epoca, dall’età in cui si sono verificati, dall’ambiente familiare, dai condizionamenti ambientali, dalle credenze e dall’educazione.

Nonostante questo, a una persona che abbia “orecchie per sentire” è sufficiente, a volte, una sola parola, un solo contenuto concernente l’argomento di cui si tratta, per aprire dei files nascosti e poter rimettere una prospettiva riattualizzata al proprio modo di osservare gli eventi vissuti e operare, così, un’alchimia il cui risultato di trasformazione rende superflua la manifestazione fisica.

La parte simbolica che qui prendo in esame, in accordo d’armonia con quanto già detto – e soprattutto col metodo di cura, è costituita dalle articolazioni e dalle ossa. Non tratterò quindi gli organi, se non con brevi accenni, poiché già ampiamente trattati nella parte dei meridiani energetici costruttori degli stessi.

Procedendo con un ordine d’analisi verticale e visualizzando il corpo dall’alto al basso, avremo quanto segue:

 

La testa

La testa è il centro di controllo. Richiede lucidità ma a volte anche di emozioni che salgono dal corpo e che possono farle perdere lucidità e controllo. Da un estremo tentativo del mentale di mantenere il controllo sulle situazioni, nascono numerose affezioni quali le emicranie, le cefalee, i disturbi cognitivi, l’assenza di concentrazione, senso di confusione, dolori mandibolari e/o mascellari.

 

La mandibola

La mandibola esprime il potenziale orale della volontà del mentale. Spesso i muscoli masticatori sono costretti a contrarsi per ragioni di opportunità sociale o rappresentano il frutto di un’educazione ricevuta in ambito familiare: tacere, resistere, stringere i denti. Uno squilibrio a destra dell’articolazione temporo-mandibolare indica una difficoltà a parlare di sé agli altri; uno squilibrio a sinistra indica una difficoltà a parlare del proprio lato affettivo; uno squilibrio in occlusione indica la difficoltà di “tacere” o, al contrario, in apertura, di dover “dire”. La rinuncia a esprimere il proprio pensiero può dar forma a uno squilibrio in retrognazione oppure al contrario un eccesso squilibrare la prognazione.

 

La nuca e il collo

La nuca e il collo sono una via di mezzo, il punto d’incontro tra le idee che provengono dal cervello e le energie profonde viscerali, un incontro da cui nasce il desiderio di realizzazione concreto attraverso le braccia e le mani. I dolori al collo e alla nuca traducono il conflitto tra il nostro posizionamento attuale nella vita riguardo alle esigenze profonde dell’Essere. Le difficoltà che s’incontrano a dire di no si notano nella 2ª vertebra cervicale (Epistrofeo), mentre quelle d’espressione della mia autenticità e dei miei ritmi di vita nella 5ª vertebra cervicale (tiroide).

 

Gli arti superiori

Gli arti superiori ci informano della nostra capacità di proteggerci e agire concretamente riguardo al mondo e agli altri. Sul piano relazionale affettivo è interessato il braccio sinistro, mentre sul piano socio professionale il braccio destro.

 

Le spalle

Le spalle sostengono il peso del mondo. Rappresentano la tendenza a focalizzarsi sui problemi anziché sulle soluzioni e rimandano all’immagine del somaro sulle cui spalle è stato caricato più peso di quanto gli sia consentito trasportare. La spalla sinistra è in stretta relazione con il nostro senso affettivo, con la tristezza di non sentirsi amati; la spalla destra è, invece, trasformatrice degli eventi attraverso l’azione o anche ricettacolo della collera per l’impossibilità di agire.

Gomiti, polsi e mano

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